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L'esercitazione ha visto gli specializzandi cimentarsi con progetti e ipotesi di riallestimento della Pinacoteca (secoli XIV-XVIII) e della Sezione lapidea (secolo XIV), basati su una severa conoscenza filologica delle collezioni e sulla nuova coscienza museologica contemporanea, con il ribaltamento concettuale che vede il cittadino e il visitatore attori primari del museo. Come per altri musei del Veneto, la raccolta civica patavina nacque dalle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi con opere provenienti dal territorio; le collezioni quindi assunsero - ed assumono - un forte valore identitario per la comunità locale, che non sempre è valorizzato negli allestimenti. Nelle proposte, l'assetto espositivo attuale è stato idealmente rivalutato perseguendo istanze di accessibilità, fisica e concettuale, con percorsi più puntuali all'interno delle collezioni e investimento di risorse sugli apparati informativi (multimedia ausiliari in presenza o in remoto), finalizzati ad un coinvolgimento attivo e ampliato del pubblico.